Corso di Geologia |
Argomento: TETTONICA GLOBALE
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INDICE
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05.3 - MARGINI DI ZOLLA |
La distribuzione degli epicentri dei terremoti mostra un andamento singolarmente sistematico nel quadro generale della sismicità della Terra e definisce i limiti delle zolle litosferiche. Fig.66
Sono stati riconosciuti 3 tipi di margine di zolla definiti divergenti, convergenti, conservativi, sulla base dei movimenti relativi delle zolle. |
05.3.1 - Margini divergenti |
In essi i movimenti relativi delle zolle sono normali al margine e diretti verso l’esterno. Margini divergenti ben sviluppati si trovano nelle aree oceaniche dove costituiscono le dorsali medi oceaniche, in cui avviene l’espansione dei fondi oceanici. Le dorsali sono spezzate e spostate lateralmente da faglie ortogonali, note come faglie trasformi. L’importanza delle dorsali medi oceaniche e l’esistenza dell’espansione dei fondi oceanici è basata sul riconoscimento delle anomalie magnetiche (bande magnetiche) e su dettagliati studi della sismicità nelle zone medioceaniche. Ø Bande magnetiche : sono “fasce” di rocce con polarità normale e inversa del magnetismo residuo disposte con simmetria assiale rispetto alla dorsale medi oceanica. Queste fasce hanno un’età progressivamente più antica allontanandosi dalla zona di dorsale (in ambedue le direzioni) e vengono prodotte dal nastro trasportatore della litosfera oceanica di nuova formazione che viene magnetizzata da un campo magnetico il quale periodicamente assume polarità inversa Ø Faglie trasformi : costituiscono una nuova classe di faglie con predominante spostamento laterale. Esse hanno un movimento di senso opposto a quello mostrato dagli spostamenti della dorsale e sono il prodotto di un margine divergente ripetutamente segmentato. Gli studi sismici della dorsali medioceaniche provano l’esistenza delle faglie trasformi. |
05.3.2 - Margini convergenti |
Margini tra due zolle i cui movimenti sono orientati normalmente alla loro direzione e convergono verso la loro interfaccia. Sono state distinte due classi di margini convergenti: margini di subduzione e margini collisionali Ø Margini di subduzione : in essi la zolla subdotta è costituita da litosfera oceanica (subduzione di tipo B). Classici esempi sono quelli delle isole Marianne e quelli delle Ande · Margini di tipo Marianne: ambedue le zolle sono costituite da litosfera oceanica; questo tipo di margine è caratterizzato da una fossa oceanica profonda e da un arco vulcanico; · Margini di tipo Ande: la zolla soprastante consiste la litosfera continentale mentre la zolla in subduzione è oceanica; questo margine è caratterizzato da una fossa, ma invece dell’arco vulcanico troviamo un arco magmatico continentale. Ø Margini collisionali : in essi è invece la litosfera continentale ad essere subdotta (subduzione di tipo A). Vi si distinguono due tipi: · Margini di tipo Alpino-Himalayano: ambedue le zolle sono costituite da litosfera continentale e quando una delle due tende a sottoscorrere, la proprietà di galleggiamento della stessa zolla ne contrasta la subduzione; queste aree di collisione si caratterizzano per l’estrema deformazione e lo sviluppo di estese catene montuose e sovrascorrimenti; · Margini di tipo Taiwan: la zolla sovrastante è costituita da litosfera oceanica mentre quella in sottoscorrimento è rappresentata da litosfera continentale; la tendenza alla subduzione della litosfera continentale è contrastata dalle forze di galleggiamento ed il sistema si caratterizza per la formazione di una zona di notevole raccorciamento. |
05.3.3 - Margini conservativi |
La direzione del movimento di ciascuna delle zolle è parallela al margine; per cui lungo il margine non si verificano praticamente processi di convergenza o divergenza. Le faglie trasformi sono manifestazioni dei margini conservativi quando si trovano a connettere margini divergenti e convergenti. Fig.67
Fig.68 Le registrazioni del primo impulso d’onda dimostrano che i movimenti dei margini di zolla sono generalmente determinati da uno dei tre meccanismi di sovrascorrimento, di distensione e di trascorrenza che può agire su particolari segmenti. I margini di zolla continentale, diversamente da quelli oceanici sono molto più estesi e meno definiti. Lungo un margine di zolla si possono verificare tutti i meccanismi focali ma è sempre uno o la combinazione di due meccanismi a predominare. La distribuzione degli epicentri nei margini di zolla indica l’esistenza di una fascia relativamente ristretta caratterizzata da terremoti con meccanismi focali profondi. I modelli termodinamici elaborati per la terra prevedono che la deformazione per fratture dovrebbe cessare a profondità di circa 30–50 Km. Poiché vengono registrati terremoti anche a profondità di 650 – 700 Km, sorge il problema di conciliare i modelli con l’esistenza di materiali rigidi capaci di fratturarsi a queste profondità così grandi. Vengono generalmente offerti due ordini di spiegazioni: Ø il gradiente geotermico determinato per la terra non è corretto; Ø esiste qualche meccanismo fisico capace di trasferire crosta rigida a profondità notevoli. Lo sviluppo della teoria della tettonica a zolle ha ammesso la possibilità di un tale meccanismo. |