Corso di Geologia |
Argomento: TETTONICA GLOBALE
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INDICE
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07.4.1.2 - Bacini di retroarco su crosta oceanica (circum Pacifici)
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Le
varie ipotesi di formazione dei bacini di retroarco (o intra-arco) sono state
.esaminate da Poehls (1978). Secondo alcuni modelli il processo di subduzione
di una zolla svilupperebbe calore di frizione che causerebbe un miscelamento
del materiale del mantello seguito da una risalita del magma e dalla formazione
di una corrente convettiva secondaria dietro l’arco insulare (v. Hasebe al.,
1970 e la discussione in Sugimura e Uyeda, 1973). In altri modelli dinamici
(Toksoz e Bird, 1977) si assume che la zolla di litosfera oceanica fredda in
subduzione induca una circolazione convettiva nel cuneo di mantello soprastante
la zolla litosferica discendente (fig. 71). Gli autori postulano un modello che
prevede un intervallo di tempo da 20 a 40 MA tra l’inizio della fase di
subduzione e l’instaurarsi di un processo secondario di espansione nella zona
di retroarco. Il modello è in accordo con il graduale riscaldamento e
assottigliamento della zolla superiore. Poehls (1978) osserva che i bacini
attivi di retroarco possono formarsi soltanto dove una zolla sub- dotta può
interagire con una zolla sovrastante nella zona di retroarco. Questa situazione
si realizzerebbe dove le fosse oceaniche sono interrotte o dislocate da faglie
trascorrenti e dove si registrano grandi variazioni del tasso di subduzione.
Conseguentemente nel bacino di retroarco si forma un regime tensivo che è
dovuto alla coppia di taglio di una faglia trasforme che separa le due zolle
adiacenti. In contrasto con le ipotesi prima enunciate e seguendo Wilson e
Burke (1972), Molnar e Atwater (1978) non vedono alcun rapporto dinamico
diretto tra la subduzione e la formazione di bacini di retroarco. Essi sostengono
che l’espansione non si verifica dietro tutti gli archi e che la subduzione di
una zolla può non rappresentare una forza effettiva nel processo di apertura di
un bacino intra-arco o di retroarco. La fase di espansione nell’area dell’arco
sarebbe comune nelle situazioni in cui la zolla oceanica in subduzione abbia
una crosta più antica di 50-100 milioni di anni, mentre nei casi di subduzione
di una zolla oceanica più recente si avrebbe formazione di catene montuose di
tipo cordigliera. In conclusione i fondi dei bacini marginali si formerebbero
per processi di distensione ed espansione perché la litosfera oceanica antica,
più pesante, viene spinta verso il basso più velocemente di quanto le zolle
adiacenti possano avvicinarsi. L’espansione di interarco, secondo Moinar e
Atwater (1978), inizierebbe preferibilmente lungo una zona di debolezza
preesistente come ad esempio gli archi vulcanici. |