Corso di Geologia

Argomento: Stratigrafia


INDICE


  14.1.1 - La sequenza deposizionale

Nella sua forma più semplice, la Stratigrafia Sequenziale è una disciplina descrittiva che utilizza le discontinuità stratigrafiche e le superfici di continuità ad esse correlabili per suddividere le successioni sedimentarie in sequenze, che possono essere correlate a scala regionale e globale.

Sebbene questa disciplina sia spesso considerata come il  modello teorico di riferimento della Sismostratigrafia (Payton, 1977), in realtà essa trova le sue radici storiche nei concetti sviluppati da Suess (1906) sull’eustatismo, da Sloss (1963) sulle unità cronostratigrafiche delimitate da limiti disconformi e da Weller (1960) sulle relazioni tra apporti sediemntari e posizioni relative del livello del mare.

I modelli della Stratigrafia sequenziale si basano su un assunto chiave: la distribuzione delle successioni sedimentarie nello spazio e nel tempo e la loro organizzazione ciclica sono controllate da tre fattori principali:l’eustatismo, la tettonica ed i processi sediemntari. La tettonica e l’eustatismo creano o distruggono lo spazio disponibile per la deposizione dei sedimenti, interagendo con i processi sedimentari, che regolano la disposizione geometrica delle facies (figg. 64-66).

Nella sua originaria definizione, la Stratigrafia Sequenziale è l’analisi delle successioni sedimentarie, interpretate come il risultato di una ciclicità naturale prodotta dall’interazione di tre variabili indipendenti: eustatismo, attività tettonica (sollevamento e subsidenza) e apporto sedimentario. Questa ciclicità induce variazioni relative del livello del mare, la cui espressione stratigrafica sono corpi sedimentari o sequenze deposizionali, delimitate alla base ed al tetto da superfici di discontinuità stratigrafica e/o da superfici di continuità equivalenti (i limiti di sequenza), ritenute sincrone a scala globale. Queste superfici sono facilmente riconoscibili nelle sezioni sismiche, dove appaiono come discordanze geometriche tra superfici e terminazioni laterali degli orizzonti sismici.