APPUNTI DI GEOLOGIA REGIONALE a cura del Prof. Raimondo Catalano |
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11.3.5 - LIAS INF.-MEDIO:APERTURA E SUBSIDENZA INIZIALE DEI MARGINI C |
Lias inf.-medio:apertura e subsidenza iniziale
dei margini continentali Durante il Trias sup. ed il Lias inf.-medio, le aree che dovevano diventare i margini continentali dell’oceano Tetide furono interessati da faglie dirette. Questi movimenti di apertura erano discordanti con gli elementi strutturali precedenti, triassici. Nell’area dell’Atlantico centrale e del Mediterraneo occidentale la primissima apertura avvenne in un ambiente continentale e la formazione di graben fu associata ad una deposizione di strati rossi continentali, sedimenti fluviali e lacustri, e più tardi con un’attività vulcanica. Ad est, nell’area del Mediterraneo orientale e centrale, le zone di rifting, che eventualmente portarono all’apertura della Tetide, non seguirono il complesso modello di vie marine triassiche, ma si formarono attraverso le fascie marine carbonatiche del margine della Paleotetide (fig. D). Di conseguenza, ci sono alcuni sedimenti fortemente siliciclastici associati alla fase di rifting del Giura inf., e depositi evaporatici di età giurassica notevolmente assenti lungo la zona di rift. Tracce di attività vulcanica sono anche estremamente scarse lungo il margini passivi del Giurassico della Tetide: lungo una depressione, lo spostamento verticale lungo una faglia di mare profondo del Giura inf., ammonta in alcuni casi a 3 km e più (fig. H), c’è qualche forte contemporaneo vulcanismo associato a questa fase di rottura del futuro margine. Questa evoluzione generale devia in molti aspetti dall’evoluzione classica di rift intracontinentali come quelli che precedono l’apertura del Mar Rosso o dell’Oceano Atlantico, ma essa è strettamente parallela a quella di alti margini passivi di tipo Atlantico, in particolare quelle della Baia di Biscay (Charpal et al., 1978; Graciansky et al., 1979). Come risultato della fagliazione a blocchi del Giura inf., una sedimentazione carbonatica da acque superficiali che aveva raggiunto la sua più vasta estensione durante il Trias sup., fu interrotta su vaste aree e persistettero soltanto un numero di piattaforme carbonatiche circondate da fosse più profonde. Oltre
le piattaforme carbonatiche il tipo più comune di sedimenti syn-rift sono intercalati da calcari spiculitici con
letti selciosi e marne. Questa facies, che ha una varietà di nomi locali
(Flecken kalk, Medolo, Corniola, Siniais, Limestone) è molto diffusa e si trova
dalla Spagna meridionale attraverso gli Appennini e le Alpi nei Carpazi e nelle
Ellenici. Localmente lo spessore formazionale raggiunge i 1000 m e più (più di
3500 m nella sezione Generoso del Giura inf. nelle Alpi meridionali, fig. H) e
i depositi di frane gravitative associati alle torbiditi suggeriscono insieme
all’espansione di questi sedimenti, che questa facies è stata depositata in
bacini, circondati da faglie attive. L’alta velocità di sedimentazione (>
100 mm/103 y) in questi depositi di bacino del Giura inf. suggerisce
anche che, sebbene il nannoplancton calcareo sia abbondante, molto del Lutum
calcareo è un fango di peri-piattaforma derivato da piatta forme carbonatiche
ancora attive (Kalin et al., 1979). Le Alpi Meridionali del Nord Italia
probabilmente conservano la più completa e meno disturbata registrazione di una
margine continentale passivo del Mesozoico inf. della Tetide (Winterer e
Bosellini, 1981). Qui l’esistenza di faglie normali
sinsedimentarie è stabilita da rapidi cambiamenti di facies e dello spessore formazionale dei sedimenti
di synrift attraverso le zone di faglia e dell’esistenza di scarpate di faglia
pronunciate che erano le aree sorgenti per depositi di colate gravitative e
turbiditi carbonatiche nei bacini adiacenti (Fig. H). L’incorporazione di
turbiditi dentro i depositi di slump successivi mostrano anche il ripetuto
ringiovamento della topografia del fondo del mare. Le velocità di subsidenza
erano più alte durante questa prima fase di disintegrazione del margine e
variano largamente tra i differenti blocchi di faglia. Alcuni dei blocchi che
erano sommersi soltanto nel corso del Lias inferiore – Giura medio divennero
plateau e valli sottomarine sui quali si accumularono soltanto limitate
quantità di sedimenti pelagici (Trento plateau, fig. H). Con l’inizio
dell’espandimento e la formazione di crosta oceanica nell’oceano
Liguria-Piemonte nel Giura inferiore – medio, le velocità di subsidenza
decrebbero e furono più equamente distribuite sul margine. La geometria deposizionale dei sedimenti
di synrift nel Bacino Lombardo delle Alpi meridionali ed altrove suggerisce una
fagliazione listrica quale possibile evidenza di assottigliamento crostale. Il
piegamento dei blocchi fagliati è suggerito dall’asimmetria di alcuni bacini,
riflessa dal modello di inspessimento formazionale dei sedimenti bacinali di
synrift. La deposizione uguaglia approssimatamente le velocità di subsidenza
differenziale e risulta in una stratificazione approssimativamente orizzontale
alla fine della fase di rifting. Non c’è concordanza alla base delle sequenze
di un synrift di tipo di bacino, ma una lensing out di pacchi di strati e
unconformities locali sono ubicati dentro le sequenze, e localmente sono
osservati cumuli di strati, che sono stati ruotati lungo faglie listriche
sinsedimentarie. La formazione di blocchi di faglie rovesciati, contemporanei
alla sedimentazione, è anche suggerita da fosse e graben lungo un lato da
scarpate fagliate a gradini, documentate da risedimenti prossimali e da una
topografia molto più dolce lungo l’altro lato (Fig. H cf. Kalin e Trumpy,
1977). Lungo i margini sollevati dei blocchi
ribaltati si osservano localmente delle discordanze angolari. Questi alti
intrabacinali furono ristretti nella dimensione e caratterizzati da un’erosione
prima subaerea, quindi sottomarina. Cumuli di acque superficiali con crinoidi,
brachiopodi, spugne calcaree e coralli ahermatipici occasionali sono ricoperti
da calcari pelagici, che indicano l’eventuale abbassamento dell’intero margine
dopo una rottura e l’inizio dell’espandimento (apertura). L’attività tettonica
e qui documentata da brecce polifasi e dicchi neptuniani nel substrato di acqua
superficiale del Trias. La geometria deposizionale dei sedimenti del synrift
delle Alpi meridionali è ben paragonabile a quella delle corrispondenti
formazioni del margine spagnolo e Armoricano. Nelle Alpi meridionali, i bacini
del Giura inf. misurano da 25 a 40 km; ciò è in accordo con le osservazioni
lungo i margini Iberici ed Armonicani, dove si osservano i blocchi fagliati da
pochi chilometri fini a 30 di larghezza. Similmente, il rigetto di zone con
singole faglie è nello stesso ordine con un massimo di 3-4 km; ciò corrisponde
al rigetto ricostruito per la faglia di Lugano del Giura inf. (Fig. H).
Dimensione ed estensione areale dei blocchi di faglia più grandi suggerisce che
le zone con faglie più grandi nel basamento preTriassico. Nei margini Iberici e
Armoricani si osserva una polarità delle faglie listriche verso l’asse della
zona di rift. Nelle Alpi meridionali sembra che il rifting iniziò nella zona
centrale del bacino Lombardo con lo sprofondamento a gradinate di nuovi blocchi
fagliati ad est ed ovest durante il Lias inferiore medio /Fig. G). Nel Lias
inf. fino al Giura medio finalmente l’asse di apertura fu un poco spostato, e
l’apertura2 e la rottura1 avvennero per qualche centinaia
di km verso nord e verso ovest. |