APPUNTI DI GEOLOGIA REGIONALE a cura del Prof. Raimondo Catalano


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INDICE
Nota

10.1 - PREMESSA

Le catene alpine che occupano la parte meridionale dell’Europa, non possono essere considerate separatamente dai loro naturali prolungamenti nel Nord Africa e nell’Asia Minore e quindi nel loro insieme sono definibili come catene alpine perimediterranee, un piccolo ma complicato settore delle zone alpine mondiali (figg. 10.1-10.10).

fig. 10.1 -  Schema molto semplificato che mostra le tracce delle catene più importanti dell’area Alpina perimediterranea.

1= catene derivanti dalla formazione di un margine continentale più area oceanica con marcata vergenza (freccia) di pieghe e sovrascorrimenti verso il lato esterno  (linea continua) che rappresenta un blocco continentale;  2= catene Pirenaiche e Caucasiche a volte chiamate “intracratoniche” e mostranti una struttura più o meno simmetrica (a forma di ventaglio), con opposte vergenze; 3= grabens terziari (principalmente Oligocenici). CO= Corsica; CRIM= Crimea; DIN= Dinaridi; PR=Provenza.

 

 

fig. 10.2 – schema delle catene della regione perimediterranea (da Bosellini). In rosa il Cratone Africano, in verde il Cratone Europeo ed in marrone le Catene Alpine perimediterranee.


 

fig. 10.3 - Una carta semplificata delle catene Perimediterranee: 1: Catene Alpine; 2: Affioramento di Basamento (crosta continentale) Varisico e/o più antico; 3: Ofioliti (per la maggior parte, probabilmente, relitti di crosta oceanica); 4: Catene alpine interessate da metamorfismo alpino (Cretaceo - Terziario); 5: Domini epicratonici piegati durante l’orogenesi alpina (Catalanidi, Iberidi, catene dell’Atlas e Giura); 6: Principali bacini molassici; 7: Vulcaniti del terziario superiore (comprese le attuali); 8: Graben;

DO= Dobrogea; CR= Crimea; G.C.= Grande Caucaso; L.C.= Piccolo Caucaso; P= Pontiditi; T= Tauridi; H= Ellenidi; D= Dinaridi; A= Alpi; AP= Appennini; BE= Betidi; M= Maghrebidi; PY= Pirenei; C= Carpazi; B= Balcani

 

 

fig. .10.4 - Affioramenti dei basamenti precambriani e paleozoici nella regione Mediterranea (Sander, 1970).

 

fig. 10.5 - Unità tettoniche alpine dell’area Alpina Mediterranea e attuale distribuzione di complessi derivanti dalla formazione dei margini continentali, e di antichi bacini oceanici (Bernoulli & Jenkins, 1974). Comparare con figura 7.1.
 

 1) Unità tettoniche Alpine neogeniche del margine continentale settentrionale della Tetide e dell’Avanpaese Europeo;

 2) Unità tettoniche Alpine Paleogeniche del margine continentale settentrionale della Tetide, e unità costituite da sedimenti oceanici (Falde Penniniche);

3) Unità tettoniche alpine del margine continentale meridionale della Tetide con vergenza verso Nord;

4) Unità tettoniche Alpine del margine continentale meridionale della Tetide con vergenza meridionale verso l’avanpaese Africano. Ofioliti della Tetide centrale;

 5)  Unità tettoniche Alpine del margine continentale con formazione di ofioliti durante il Cretaceo;

 6)  Depositi mesozoici delle zone di Pindos, Lagonegro, e Imerese (Sicilia);

 7) Sedimenti oceanici della Tetide Centrale;

 8) Falde di basamento Calabre e della Kabilie di origine incerta;

 

 

fig. 10.6 - Età delle più importanti fasi di piegamento nell’area Mediterranea (Wunderlich, 1969). Con crocette vengono indicati i piegamenti pre-Alpini, caratterizzati parzialmente da una rideformazione alpina; nero = piegamenti soprattutto durante il Cretaceo; tratteggiato =  piegamenti soprattutto nel Paleogene; punteggiato = deformazioni soprattutto il tardo Terziario; quadratini = aree di probabili recenti piegamenti in zone più profonde.



fig. 10.7 - Piegamenti Cretacei e flysch Cretacei nell’area Perimediterranea (Argyriadis, 1974). 1 = flysch Cretaceo in generale; 2 = tettogenesi significativa (pieghe e sovrascorrimenti) di età Cretacico inferiore e medio; 3 = tettogenesi moderata di età Cretacico inferiore e medio; 4 = tettogenesi significativa di età Cretaceo superiore; 5 = tettogenesi moderata di età Cretaceo superiore; 6 = fronti di sovrascorrimento del Cretaceo.



fig. 10.8 - Fenomeni gravitativi sinsedimentari Alpini dell’area Mediterranea (Biju-Duval, 1974). 1 = Sali Messiniani; 2 = catene a pieghe Alpine; 3 = falde gravitative delle catene Alpine; 4 = falde gravitative nelle catene peri-Arabiche (Cretaceo Sup.); 5 = falde gravitative dal Neogene all’Attuale; 6 = ipotetico fenomeno gravitativo medio miocenico (Dorsale Mediterranea).

 

 

fig. 10.9 – Sezioni attraverso il Giura da Buxtorf (in Collet, 1938). La sezione superiore mostra lo scollamento del Giura piegato; La sezione inferiore mostra l’accavallamento del Giura piegato sul Plateau del Giura. 1 = Quaternario, 2 = Molassa, 3-6 = Giura sup., 7-9 = Giura med., 11 = Lias, 12-17 = Trias, 18 = Permiano, 19 = Basamento Ercinico.

 

 

Le catene alpine si sono originate dalla deformazione tardo Mesozoica-Terziaria a causa del loro recente piegamento che iniziato, in alcuni luoghi, durante il Giura si è realizzato in gran parte durante il Cretaceo. Il sollevamento di molte di queste catene risale al tardo Terziario e al Quaternario.