APPUNTI DI GEOLOGIA REGIONALE a cura del Prof. Raimondo Catalano

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INDICE
Nota

  09.4.1 - Faglia di Cefalonia

Il limite tra Bacino abissale ionico – Blocco apulo e Arco ellenico avviene attraverso una ripida scarpata della di Cefalonia che si estende dalle coste della Grecia per 150 km in direzione NNE-SSO, inclinata verso ESE, che raccorda settori con dislivelli di circa 2.500 m (fig . 9.18).

La scarpata è generata da un sistema di faglie transpressive destre, sismicamente attive, svincolo tra l'avampaese appenninico-dinarico a crosta continentale, ove la convergenza tra le opposte catene è se non bloccala almeno rallentata, e il settore posto a SSE nel quale invece i fenomeni di subduzione della zolla africana al di sotto di quella egea sono in atto.

La faglia di Cefalonia (Kephalonia fault) viene a limitare l'Arco egeo posto a SSE dalla Zona Pre-Apula e Ionica del sistema dinarico-ellenico e limita verso Sud il bacino di Otranto-Lefkas (un bacino allungato parallelamente alle coste greche Ira queste e la Dorsale apula riempito da oltre 1.000 m di sedimenti depostisi dal Messiniano all' Attuale).

 

Le principali tappe evolutive del Mediterraneo centrale si possono così schematizzare.

A partire dal Permiano sino al Trias inferiore si è avuto un periodo di quiete tettonica caratterizzato,

nel Trias, dall'instaurarsi di piattaforme carbonatiche. I fenomeni distensivi iniziano a partire dal Trias medio con l' individuazione del bacino di Gabes-Tripoli. Misurata contemporaneamente a quella dei bacini della Sicilia e dell'Appennino meridionale(il Bacino di Lagonegro, ad esempio).

Nel Giurassico medio il margine ionico- Mediterraneo orientale della zolla africana coinvolto in un importante evento distensivo accompagnato da una imponente attività magmatica: ai piedi del rialzo della Sirte si apre, in corrispondenza di una depressione che risale a un rift triassico, il Mar Ionio contemporaneamente all'apertura dell' Atlantico meridionale.

L'attività vulcanica è intensa nel Plateau Ragusa-Malta e la sedimentazione è costituita quasi

esclusivamente da vulcaniti. Sino al Cretaceo inferiore non si hanno movimenti crostali o attività vulcanica diffusa, si ha solo durante il Cretaceo inferiore una generale  ingressione marina (la trasgressione neocomiana) e il mare verso Sud invade l'attuale scarpata superiore africana prima emersa.

Alla fine del Cretaceo inferiore una sedimentazione marnosa poco potente ma assai diffusa (la formazione delle Marne a Fucoidi)  caratterizza la deposizione nel Mediterraneo centrale, forse in corrispondenza ad un aumento globale del livello del mare.

Il Cretaceo superiore è caratterizzato da movimenti distensivi con subsidenza generalizzata e fenomeni trasgressivi (questi ultimi interessano soprattutto il Nord Africa) con riattivazione di faglie preesistenti e magmatismo basaltico. L'ultima fase distensiva si ha dal Miocene medio-superiore al Quaternario accompagnata da effusioni, affioranti nelle isole di Pantelleria e Linosa e nell'area di Ragusa I fenomeni distensivi, tutt'ora attivi, danno luogo a deformazioni in tutta l'area e ai graben presenti nel Canale di Sicilia che dividono in due il Blocco pelagiano. Quello posto a Nord è formato dai Plateau Avventura e Ragusa-Malta, quello meridionale dai Plateau di Lampedusa e Medina. Solo il secondo è ancora connesso all' Africa.

La zolla Adria continua a migrare allontanandosi dall' Africa e il suo margine passivo, rappresentato dal margine SO del Blocco apulo affacciato sullo Ionio, è caratterizzato da faglie distensive.

Lo sviluppo dei graben della zona centrale del Canale di Sicilia ha comportato in una prima fase lo sprofondamento di tutta l'area centrale del canale accompagnato dal formarsi di faglie e basculamento dei blocchi; la sedimentazione in questa prima fase compensa e colma via via i dislivelli . Nella fase success iva (Pliocene superiore- Quaternario) solo alcune faglie continuano

ad essere attive, quelle poste ai lati dei graben. Il vulcanesimo è contemporaneo alla seconda, durante la quale si ha lo sprofondamento delle fosse.

La vacuità dei bacini è dovuta alla loro particolare posizione geografica rispetto agli apporti; solo il Bacino di Gabes-Tripoli-Misurata, caratterizzato da valori di subsidenza simili, è colmato dagli apporti terrigeni africani.