APPUNTI DI GEOLOGIA REGIONALE a cura del Prof. Raimondo Catalano


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INDICE
Nota

09.2 - MEDITERRANEO CENTRALE

Il Mediterraneo centrale è un settore coinvolto nell'orogenesi alpidica la cui evoluzione geodinamica riflette la complessa interazione mesozoica-terziaria della zolla africana con quella europea e in particolare con i

processi deformativi sviluppatisi dal Miocene inferiore dopo le fasi collisionali del sistema convergente Africa-Europa. Può  essere suddiviso sulla base di importanti discontinuità in tre segmenti principali: il Blocco pelagiano o Stretto di Sicilia. il Blocco ionico ed il Blocco apulo, caratterizzati ognuno da  stili strutturali diversi (fig. 9.18).

Fig. 9.18 – Carta strutturale del Mediterraneo centrale. Legenda: 1) area a crosta oceanica; 2) fronte de formativo; 3) faglie dirette; BA) Banco Avventura; GM) graben di Malta; GP) graben di Pantelleria; GL) graben di Linosa; MM) Monti di Medina; PRM) Plateau Ragusa-Malta; SSM) Scarpata Sicilia-Malta (modif. da Finetti 1982).



  09.2.1 - Blocco pelagiano o Stretto di Sicilia

Comprende la zona posta tra Sicilia e Tunisia-Libia. limitata a Est dalla scarpata di Sicilia-Malta (fig. 9.19).

Dal punto di vista fisiografico è una piattaforma continentale in cui nella zona centrale si aprono alcune depressioni. I sedimenti mesozoici sono ricoperti da  2.000-2.500 m di depositi terziari e quaternari in facies di mare aperto; l'attuale assetto fisiografico è connesso alla tettonica post-miocenica che ha prodotto, tra l'altro, strutture a horst e graben.

 

Fig. 9.19 – Carta morfologica e tettonica del Canale di Sicilia. Legenda: 1) piattaforma continentale; 2) scarpata continentale; 3) bacini; 4) seamount; 5) banchi; 6) vulcani; 7) depressioni e valli; 8) faglie principali (da Colantoni e altri 1984).

 


Fig. 9.20 – Sezione schematica del Canale di Sicilia. Legenda: 1) sedimenti plio-quaternari; 2) evaporiti messiniane; 3) Cenozoico; 4) Mesozoico; 5) Falde alloctone calabre; 6) vulcani (da Nairn e altri, 1978).

 

L'attuale apporto sedimentario proveniente da Sud. dall'Africa. è modesto ed è dovuto a pochi corsi d'acqua stagionali e alle tempeste di sabbia. La piattaforma si sviluppa su crosta continentale africana. spessa da 25 a 30 krn, della Zolla africana.

Sulla crosta poggia una successione prevalentemente calcarea mesozoico-terziaria con numerose intercalazioni di vulcaniti basiche. Presenta differenze di facies, almeno a partire dal Lias, provocate da sistemi di faglie sinsedimentarie a direzione NNO-SSE. Di questo dominio fanno

parte i Monti Iblei, l'Isola di Malta e la parte orientale della Tunisia.

Verso Ovest nell'entroterra tunisino il blocco viene a contatto con le catene dell' Atlante attraverso un' ampia fascia deformata ad andamento meridiano che va dal Golfo di Tunisi a  quello di Gabes (Libia). Verso Est è separato dal Blocco ionico da un altro lineamento meridiano, la scarpata di Sicilia-Malta; a Nord il limite è dato dal fronte della catena maghrebide siciliana

contrassegnato dalla presenza di avanfosse (figg. 9.18-9.20).Numerosi campi petroliferi sono stati individuati nelle zone prospicienti la Sicilia, alcuni giacimenti si rinvengono in trappole miste nella piattaforma triassica.



  09.2.2 - Bacino di Gabes- Tripoli-Misurata

È una depressione profonda circa 200 m,  allungata da NO a SE. subsidente nel Pliocene- Quaternario e posta presso la costa africana.

Geologicamente si estende verso Sud nell'entroterra africano sino al sistema di faglie distensive di Gafsa - Jeffra che corre parallelo alla costa.

È un'area bacinale mesozoica individuatasi inseguito a movimenti distensivi precocitriassici e forse anche precedenti e da successive fasi  distensive giurassico medie e soprattutto cretaceo medio-superiori. Le ultime fasi si hanno nel Miocene medio-superiore e nel Quaternario ed hanno prodotto una struttura sinclinalica il cui asse si immerge verso SE.

I fenomeni distensivi, accompagnati da notevoli effusioni basaltiche, riattivano faglie precedenti.

Sono presenti evaporiti triassiche, carbonati e carbonati alternati a marne e ad argille dal Mesozoico all'Eocene e marne e argille nell'Oligo-Miocene; lo spessore complessivo è di 8.000-10.000 m.



  09.2.3 - Plateau dell’Isola di Lampedusa e dei banchi di Melita e Med

A Nord del bacino trattato precedentemente e limitato a Nord dai bacini di Pantelleria. Linosa e Medina, si estende il Plateau dell'Isola di Lampedusa e dei banchi di Melita e Medina; un alto morfologico e strutturale che affiora nell'Isola di Lampedusa e nell'entroterra tunisino. Sono zone caratterizzate da sedimentazione di mare poco profondo, almeno a partire dal Cretaceo e nelle quali le fasi distensive miocenico-quaternarie hanno prodotto locali  sollevamenti e sprofondamenti. Notevole l'attività vulcanica soprattutto cretacea. Le successioni sviluppate dal Permo-Trias al Quaternario hanno spessori da 7.500 a 12.000 m.



  09.2.4 - Bacini di Pantelleria, Linosa e Malta-Medina

La zona centrale del Blocco pelagiano, indicata anche come Canale di Sicilia s.s.,è un'unità geografica più profonda rispetto i plateau adiacenti (oltre 500 m) nella quale sono intagliati tre bacini allungati da NO verso SE, i bacini di Pantelleria. Linosa e Malta-Medina, di cui quest'ultimo è il maggiore; oltre a due isole, Pantelleria e Linosa.

Le fasi distensive mioceniche colpiscono in particolare le zone centrali del Blocco pelagiano con sistemi di faglie distensive di notevole rigetto associate a formare strutture a graben e horst.

I movimenti distensivi sono generalmente accompagnali da tilting dei blocchi posti ai lati e da una notevole attività magmatica con vulcani affioranti nell' Isola di Pantelleria e di Linosa.

Il Bacino di Pantelleria all'isobata dei 1.000 m è lungo circa un centinaio di chilometri e largo mediamente 30 km. È profondo oltre 1.300 m e all'estremità occidentale è chiuso dall'Isola di Pantelleria. che è la parte visibile di un maestoso edificio vulcanico paragonabile all'Etna. Infatti esso si eleva quasi 2.000 m dalla piana abissale con un diametro alla base di circa 20 km; le vulcaniti sono costituite da basalti alcalini quaternari.

In corrispondenza delle depressioni si osserva un assottigliamento crostale con spessori inferiori ai 20 km. Per queste fosse viene ipotizzato un processo di rifting associato a tettonica trascorrente (trastensiva) che avrebbe consentito la formazione di bacini pull –apart.



  09.2.5 - Plateau di Ragusa -Malta

Il Plateau di Ragusa-Malta si estende tra gli Iblei e l'Isola di Malta ove affiora, è limitato a Est dalla Scarpata di Sicilia-Malta.

È un'area profonda meno di 200 m ed è formata da un Mesozoico molto potente e da un Cenozoico che si assottiglia sia da Ovest a Est sia da Sud a Nord con modeste ondulazioni e faglie a direzione NE-SO. Notevole l'attività vulcanica durante le fasi distensive , il Plio-Quaternario non è mai molto potente.

L'emersione dell'Isola di Malta avviene tra il Miocene superiore e dl Pliocene inferiore per tilting del blocco posto a NE del graben di Malta.



  09.2.6 - Banco Avventura

Il Banco o Plateau Avventura è una zona poco profonda a morfologia uniforme che si estende al largo della Sicilia Sud-occidentale tra questa e la zona dei graben. È caratterizzata da tettonica distensiva con faglie normali ONO-ESE, parallele al Canale di Sicilia. faglie inverse e modeste deformazioni compressive a direzione maghrebide, NE-SO.

Nel settore settentrionale si sviluppa, tra il Miocene medio e il superiore, un bacino di avanfossa

al fronte della catena maghrebide a direzione NE-SO e vergente SE. I sedimenti, che raggiungono

i 2.500mdi spessore, sono correlati alla Formazione Terravecchia siciliana.

 A SE di questa prima avanfossa, si sviluppa l'avanfossa plio-quaternaria (parallelamente a quella di Gela-Catania) connessa alle ultime fasi dell'orogenesi maghrebide. Le due zone sono separate da una fascia deformata con evidenze di movimenti transtensivi.



  09.2.7 - Scarpata Sicilia-Malta

La Scarpata Sicilia-Malta è un lineamento fisiografico primario di origine tettonica del Mediterraneo centrale che si estende in direzione quasi N-S per oltre 200 km, dal margine orientale della Sicilia sino ai Monti di Medina. Separa il plateau siculo-maltese dalla piana abissale ionica con un rilievo verticale di oltre 3.000 m, l'inclinazione media è di 10° e con  tratti anche subverticali (fig. 9.20).

Si tratta di un sistema strutturale distensivo che si individua probabilmente nel Tortoniano inferiore

e si realizza in un'unica fase con locali riattivazioni ;ad essa è connessa un'attività vulcanica localmente importante. La scarpata taglia la successione triassica superiore-rniocenica del Blocco pelagiano e separa la potente crosta continentale (23 km) del Blocco pelagiano dalla meno potente crosta (13km) presente al di sotto del Mar Ionio. Essa corrisponde al margine passivo che caratterizza il margine orientale dell'avampaese, protuberanza della zolla africana.



  09.2.8 - Il Rialzo della Sine

È posto tra la scarpata continentale africana e il bacino ionico. Il basamento africano che lo forma. inclinato verso Nord, è ricoperto da sedimenti deposti a partire dal Trias mentre più  a Sud. nel Golfo della Sirte, la sedimentazione inizia solo nel Cretaceo superiore.

È interessato da fasi distensive nel Giurassico medio in corrispondenza dell' apertura dello Ionio, nel Cretaceo medio-superiore quando si ha l'ingressione marina nelle aree meridionali e durante il Neogene e il Quaternario.