APPUNTI DI GEOLOGIA REGIONALE a cura del Prof. Raimondo Catalano


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INDICE
Nota

  06.5.2 - Unità Esterne più deformate

 

a)      U. S. S. di Lagonegro.

Due unità sono state riconosciute: un’unità superiore ed una inferiore. La prima corrisponde alla parte assiale di un bacino (Bacino di Lagonegro) l’ultima al suo margine occidentale (Fig. 6.39). La sequenza dell’unità inferiore di Lagonegro è formata da (a) calcari selciferi triassici (b) radiolariti giurassiche, (c) argilliti e calcari silicei del Cretaceo e (d) marne e argille e calcareniti del Terziario inferiore. Lo spessore è più di 1000 m.; la deformazione iniziò durante il Tortoniano.

La successione dell’Unità S.S. superiore di Lagonegro è formata da arenarie siltiti e conglomerati con intercalazioni di calcare orgnogeno, del Permiano inf.- Trias; dal Trias sup. mostra buone analogie con l’unità inferiore, eccetto per la più spessa intercalazione di calcareniti e calciruditi risedimentate. Lo spessore supera i 1000 m., la deformazione inizia dal Burdigaliano (fig. 6.37-6.38).

fig. 6.37a – Successione del Bacino di Lagonegro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



fig. 6.37b – Successione stratigrafica della Piattaforma campano-lucana.

 

fig. 6.38

 

fig. 6.39

 

Fig. 6.40



 

Fig. 6.41



                       

Fig. 6.42

 

fig. 6.43 - Schema evolutivo dell’Appennino meridionale attraverso la Piattaforma Campano-Lucana, il Bacino Lagonegrese e la Piattaforma Apula

 

 

 



CROP 03 location
 

 


Apennine crustal section

 

 


 

  

fig. 6.44


Fig. 6.45

 

b)      U. S. S. Campano – Lucana.

Le tre principali unità individuate finora:

U. S. S. di Foraporta – Maddalena, Alburno – Cervati e Bulgheria – Verbicaro. Derivano dalla deformazione di una Piattaforma Carbonatica (Piattaforma Carbonatica Campano-Lucana equiv.).

U. S. S.  Bulgheria – Verbicaro. Questa unità è formata dalla parte interna della piattaforma carbonatica e si individua soltanto durante la fase tettonica del Tortoniano. La sequenza è interamente carbonatica eccetto la parte superiore che consiste di depositi terrigeni.

U. S. S. Alburno – Cervati. Deriva dal corpo principale della Piattaforma Panormide Carbonatica (Fig. 6.18). Il suo spessore raggiunge quasi 6000 m. La sequenza è fatta da alcune centinaia di metri di siltiti, erenarie e conglomerati con intercalazioni carbonatiche organogene di età Trias – medio (Calabria settentrionale) da circa 1600 m. di dolomie del trias sup. e da circa 3000 m. di calcari e dolomie Giura – Cretacee. Calcareniti del Miocene inferiore seguono in discordanza verso l’alto e rapidamente passano a siltiti ed arenarie turbiditiche dell’Aquitaniano-Burdigaliano. La deformazione prende posto durante la fase tettonica Burdigaliana.

 

U. S. S. Monte Faraporta – Monti della Maddalena. Questa unità deriva dalla deformazione del lato “esterno” della Piattaforma Carbonatica Campano – Lucana. Le sequenze sono variabili sia negli spessori (da poche decine a circa 2000 m.) e nella litologia, sebbene le rocce siano prevalentemente carbonatiche. Sono state riconosciute diverse lacune stratigrafiche dal Giura al Miocene (sub - unità dei Monti della Maddalena) mentre in altre sequenze (sub – unità del M. Faraporta) sono conosciute argille nere e calcareniti risedimentate (Lias – Dogger). Dall’Aquitaniano si sviluppano depositi terrigeni (M. della Maddalena). La deformazione avvenne durante il Burdigaliano.