APPUNTI DI GEOLOGIA REGIONALE a cura del Prof. Raimondo Catalano


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INDICE
Nota

07.2.3.4 - Sicilia Orientale.

Il Settore compreso tra i Nebrodi e la regione Iblea. L’ipotesi che l’assetto strutturale riconosciuto nel settore occidentale siciliano dovesse proseguire nella Sicilia orientale (Catalano e D’Argenio, 1978) e che le unità di piattaforma carbonatica costituenti l’elemento più significativo della catena fossero presenti anche più a nord della costa settentrionale siciliana (Catalano et al., 1993) trova conferma nel lavoro di Bello et al. (2000).

 Si possono distinguere tre livelli strutturali principali nella catena della Sicilia orientale, sovrapposta, secondo i dati magnetometrici e gravimetrici, su un basamento cristallino non deformato immergente verso nord. Tale basamento è profondo 15 km ca. sotto il margine tirrenico e 7 km sotto l’avampaese ibleo (Fig. 7.25, 7.26).

a) il livello inferiore della catena è costituito da rampe sud-vergenti spesse 3-4 km, prevalentemente di piattaforma carbonatica mesocenozoica (Unità Panormide-Trapanese e Iblea p.p.) che sovrascorrono sull’avampaese ibleo.

b) il livello intermedio consiste di un complesso di sottili scaglie tettoniche di carbonati bacinali mesocenozoici (Unità Imeresi a nord e Sicane a sud) poggiante sulla piattaforma carbonatica deformata. Le unità bacinali, sepolte sotto un cuneo spesso 4 km di Unità Sicilidi e Numidiche, affiorano in superficie solo nella dorsale di Monte Judica e Scalpello, dove le unità imbricate Sicane sovrascorrono l’avampaese Ibleo-Pelagiano (Fig. 7.3).

c) il livello strutturale superiore è un cuneo tettonico costituito da unità Sicilidi e Numidiche e dalla falda di Gela, ricoperto dai bacini sintettonici plio-pleistocenici.

Le Unità Sicilidi sembrano essersi messe in posto durante il Miocene inf. sul tetto delle unità più esterne. Il cuneo Sicilide raggiunge spessori maggiori nella Sicilia nord-orientale (Fig. 7.3), dove è preservato in una ampia depressione della catena (Bianchi et al., 1989). Nell’estremità nord-orientale della Sicilia la falda sicilide è sovrascorsa dalle Unità cristalline Peloritane (Fig. 7.3).

La Falda di Gela (Grasso et al., 1991) sovrascorre i suoi sedimenti marini di avampaese del Pliocene superiore (Fig. 7.19 bis). Il suo fronte sommerso si assottiglia nell’offshore della Sicilia meridionale. Il cuneo alloctono è costituito da unità Sicilidi del Creatceo-Eocene, Flysch Numidico  miocenico e rocce clastiche, evaporitiche e carbonatico-marnose del Miocene inf.-Pleistocene inf. piegate e fagliate. La formazione della Falda di Gela cominciò nel Pliocene medio e fu attiva fino al Pleistocene medio, come provato dai depositi di 0.8 Ma coinvolti nella deformazione.

Le unità più alte nella pila tettonica sono i terreni del Flysch Numidico apparentemente scollati dal substrato imerese. Questi corpi terrigeni si continuano verso sud ispessendosi notevolmente in un cuneo che coinvolge, in ripetute imbricazioni, anche i terreni sicilidi e le coperture mioceniche e plioceniche,  indicando nel Pliocene inferiore-medio l’età di messa in posto dell’intero corpo che nelle regioni più meridionali è conosciuto come Falda di Gela.

La deformazione interna della piattaforma carbonatica e la sua forte embricazione è certamente posteriore al Tortoniano inferiore (età della sovrapposizione delle unità meso-cenozoiche bacinali) e può essere riferita al Pliocene-Pleistocene inferiore. Le culminazioni delle unità di piattaforma carbonatica mostrano i loro effetti in superficie dove i terreni di copertura (Unità Imeresi, cunei del Flysch Numidico, depositi mio-pliocenici) appaiono dislocati lungo fronti apparentemente rettilinei tra le Madonie ed i Nebrodi (interpretati come linee trascorrenti (Ghisetti e Vezzani, 1984) o piani di taglio ad alto angolo transpressivi (Oldow et al., 1990).

Sul dorso delle unità deformate o in deformazione prendono posto i depositi del Pliocene superiore – Pleistocene inferiore che hanno riempito bacini di piggy back l.s. debolmente deformati successivamente.

Il tetto del cuneo di unità carbonatiche si mantiene ad una profondità compresa tra 1500 e 3000 m nella regione Madonie orientali – Nebrodi e poi si immerge nettamente verso est scomparendo al di sotto delle coperture imeresi e numidiche spesse almeno 5000 m, confermando il motivo strutturale di depressioni e culminazioni delle strutture che si alternano in senso est-ovest per tutta la Sicilia.

 
Fig. 7.24 e 7.25
 
Fig. 7.26
 
 
Fig. 7.27
 
 
Fig. 7.28
 
 
 
Fig. 7.29
 
Fig. 7.30