Corso di Geologia |
Argomento: Stratigrafia
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INDICE
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14.2 - INTRODUZIONE ALLA STRATIGRAFIA SISMICA |
Nel passato 1'analisi stratigrafica si è
basata su indagini di campagna, misura delle
sezioni, descrizioni litologiche e paleontologiche molto dettagliate, ricerche
nel sottosuolo, finalizzate nel loro insieme alla correlazione delle sequenze
sedimentarie e alla ricostruzione in termini attualistici degli ambienti
deposizionali. Negli anni più recenti due discipline
hanno rivoluzionato i metodi dell'analisi stratigrafica: a) la
stratigrafia sismica (o sismostratigrafia), in cui tecniche di sismica a riflessione ad alta risoluzione hanno
permesso agli stratigrafi di ottenere delle dettagliate “radiografie” di una
successione stratigrafica, e b) la paleoceanografia che, partendo da ricostruzioni basate sulla
tettonica a zolle, ha permesso di comprendere dove si sono manifestati nel
passato i maggiori cambiamenti nella evoluzione dei bacini e quindi nella
distribuzione dei climi. Gran parte degli studi tradizionali
sono ancora oggi validi e vengono continuati; lo sforzo degli stratigrafi
odierni è sopratutto quello di
modificare 1'approccio ai problemi, adattando agli schemi classici i concetti
e le metodologie più' recenti. Concetti e metodologie della
sismostratigrafia si sono sviluppati negli ultimi 10 anni soprattutto per
merito dei ricercatori delle compagnie petrolifere (che disponevano dello
strumento indispensabile rappresentato dai profili sismici a riflessione) e
sono stati resi noti da Vail e collaboratori per la prima volta in una Memoria
dell'Associazione Americana dei Geologi del Petrolio (AAPG, Memoria n. 26,
1977). Nella stesura di questo capitolo si è fatto spesso riferimento ai contenuti dei lavori di Vail et
alii. Per una piu dettagliata informazione rimandiamo il lettore ai
lavori originali ed in particolare a quelli contenuti nelle Memorie dell'AAPG
n. 26 (1977) e n. 36 (1984). L'approccio alla sismostratigrafia è basato
sul semplice principio che le riflessioni sismiche (orizzonti riflettenti) si
possono paragonare ai piani di strato; se le riflessioni sismiche corrispondono
ai piani di strato, anche la geometria delle riflessioni corrisponderà alla
geometria deposizionale; pertanto possiamo applicare alle riflessioni sismiche
i concetti geologici della stratigrafia classica. La sismostratigrafia è
dunque un approccio geologico-geofisico alla
interpretazione stratigrafica. Le riflessioni sismiche sono determinate
da contrasti di impedenza acustica (prodotto della velocità sismica per la
densità) lungo superfici che corrispondono a superfici di strato o altre
discontinuità che hanno significato cronostratigrafico. Le
superfici di strato rappresentano le antiche superfici di deposizione e sono
quindi geologicamente sincrone nell'area di deposizione. Le discontinuità sono
antiche superfici di erosione o di non deposizione corrispondenti a significative
lacune stratigrafiche e, pur rappresentando eventi variabili nel tempo, vanno
considerate come superfici cronostratigrafiche, |
14.2.1 - Interpretazione stratigrafica delle sezioni sismiche a rifle |
Figura 71 – Schema delle terminazioni riconoscibili in una sequenza sismica. (Modif. da Vail, 1987).
I concetti prima esposti permettono di individuare nella sequenza deposizionale lo strumento fondamentale dell'analisi stratigrafica; la sequenza, oltre ad essere formalmente definibile, sembra corrispondere ai cicli di variazione eustatica del livello marino (o meglio dell'onlap costiero) a scala regionale e globale. La metodologia più completa per riconoscere e studiare le sequenze deposizionali è rappresentata dalla sismica a riflessione. Una sequenza sismica è una sequenza deposizionale riconosciuta su una sezione sismica . Essa è rappresentata da una successione di riflettori sismici, che corrispondono agli strati sedimentari ed è limitata in alto e in basso da superfici di discontinuità o da correlabili concordanze messe in evidenza dalle terminazioni laterali dei riflettori sismici, ovvero onlap, downlap e toplap (figg. 69-73). Figura 72a – d : Terminazioni e superfici sismiche
Figura 73 – Le superfici erosive alla macroscala sono superfici di discontinuità stratigrafica. Per riconoscerle come tali, occorre osservare attentamente la geometria dei riflettori sotto e soprastanti (troncatura erosiva dei primi, appoggio in onlap o in downlap dei secondi). In generale, le stratificazioni dei depositi sottostanti e di quelli sovrastanti una superficie di discontinuità non la attraversano mai; i primi sono tutti più antichi della superficie, mentre i secondi sono tutti più recenti.
Figura 74 – Esempio di riflettori sismici in onlap su di una superficie di discordanza.
Figura 75 – Esempio di riflettori sismici in downlap.
Figura 76 – Esempio di toplap.
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