Corso di Geologia

Argomento: Stratigrafia


INDICE


  14.1.3 - Costruzione delle curve di variazione eustatica del livello

Precedentemente abbiamo visto come sia possibile riconoscere i cicli di relativo sollevamento, abbassamento e stasi del livello marino usando l’onlap costiero, il toplap e altri criteri stratigrafici.

Daremo adesso alcune indicazioni su come costruire le curve di questi cicli per una data regione in cui le sequenze stratigrafiche siano caratterizzate da una certa continuita fisica all’origine.

Il procedimento per la costruzione di curve delle variazioni del livello marino (Vail et al., 1977) é illustrato nella fig. 69.

Figura 70

Innanzitutto vanno analizzate le sequenze deposizionali (da A ad E nella fig. 70a), determinando i limiti di sequenza, di età, di distribuzione areale non­ché la presenza di configurazioni di onlap e toplap costiero. Si otterrà una sezione stratigrafica basata sui dati provenienti dalle sezioni sismiche, dai pozzi profondi e/o da sezioni stratigrafiche di superficie molto dettagliate. Le linee ondulate corrispondono a superfici di discontinuità, che segnano anche i limiti delle sequenze deposizionali; le linee sottili sono le isocrone che si ricavano dall'interpretazione cronostratigrafica di profili sismici e dei pozzi correlati. Successivamente viene costruito un diagramma di correlazione cronostratigrafica (fig. 70 b) in cui vengono collocate le informazioni ottenute dalla sezione stratigrafica di fig. 19a. In esso sono riportati gli intervalli cronologici, scelti arbitrariamente, rappresentati da isocrone di 1 milione di anni e le relative distribuzioni areali delle sequenze.

La sezione cronostratigrafica permette di se­parare le singole sequenze deposizionali, rivela i diversi tipi di iato (erosivo e non deposizionale) e non considera gli effetti della subsidenza. Dopo aver determinato e indicato le età delle sequenze deposizionali occorre identificare i cicli di variazione, misurare l'ordine di grandezza dei sollevamenti e degli abbassamenti del livello marino e riportarli, insieme alle stasi marine, in un diagramma cronologico (fig. 70 c). Secondo Vail et al. (1977, 1984), le fluttua­zioni relative del livello del mare possono essere determinate con le misure della aggradazione costiera (componente verticale dell'onlap costie­ro); ciascun incremento della aggradazione costiera è riportato nello schema cronologico di fig. 70 c. Cominciando con le unità più antiche (la sequenza A), l’incremento iniziale dell'aggradazione costiera (visibile nella fig. 70 a) è di 100 m e corrisponde all’intervallo stratigrafico tra 26 e 24 Ma; allo stesso modo si determinano i successivi incrementi di 150, 100 e 50 m, per un’aggradazione costiera totale corrispondente al sollevamento dell’onlap costiero verificatosi durante la deposizione della sequenza A. L'abbassamento relativo del livello del mare alla fine della sequenza A si è verificato in meno di 1 Ma; l’ordine di grandezza dell'abbassamento dalla posizione piu elevata dell’onlap costiero nella sequenza A a quella più bassa nella sequenza B è misurato in 450 m (vedi linee spesse a tratteggio in fig. 70a). Ripetendo la stessa operazione si possono determinare i cicli delle variazioni relative del livello marino per le sequenze B, C, D ed E sulla base dei caratteri dell’onlap mostrati in fig. 70a. In questo esempio ciascun ciclo di variazione relativa del livello del mare è rappresentato da una curva asimmetrica con un lento sollevamento verso la stasi e un successivo rapido abbassamento (fig. 70c). Sezione stratigrafica, schema cronostratigrafico e curva dei cicli delle fluttuazioni del livel­lo del mare (o più correttamente dell'onlap costiero) sintetizzano l'evoluzione geologica dell'area rappresentata. Le curve dei cicli marini, ottenute con questo procedimento in varie regioni, vengono correlate tra di loro e forniscono una curva delle fluttuazioni del livello del mare a scala globale .