L’ambiente
delle fosse oceaniche è illustrato nella figura 106.
Dalla parte
dell’arco vulcanico la fossa è delimitata dal complesso di accrezione che, dal
punto di vista morfologico, ne costituisce il pendio interno. Dalla parte
dell’oceano è delimitata dal pendio esterno che spesso si unifica con il rialzo
esterno, una culminazione che giace a circa 100/200 km dall’asse della fossa
oceanica (Watts e Talwani, 1974) ed è spiegata da molti autori come il
risultato della flessura di una litosfera elastica cui è stato applicato un peso
ad un estremo (Caldwell et al., 1976). La formazione del rialzo è
comunemente accompagnata da faglie normali. A volte anche la crosta oceanica
sottostante il pendio esterno può venire fagliata e scagliata (per es. Pacifico
sud orientale in Kroenke, 1972; Fossa del Perù in Kulm et al., 1973).
Sui profili sismici eseguiti normalmente ad alcune fosse oceaniche si possono
vedere sovente sedimenti pelagici concordanti con un fondo oceanico molto
irregolare ed il basamento oceanico in subduzione estendersi al di sotto della
fossa e per un certo tratto al di sotto del complesso di accrezione. Basamento
oceanico e sedimenti che lo ricoprono appaiono spesso dislocati da faglie
dirette. I depositi del prisma sedimentario di una fossa sono caratterizzati da
strati suborizzontali (che ricoprono in onlap la successione sedimentaria di
pendio esterno) e da strati deformati contro il lato interno della fossa
oceanica (Von Huene, 1974; Scholl et al., 1974). Schweller e Kulm (1978)
riassumendo i tipi di riempimento sedimentario delle fosse oceaniche
differenziano quattro facies principali: 1) sedimenti pelagici di zolla
oceanica; 2) sedimenti terrigeni di zolla; 3) prisma sedimentano di fossa
oceanica; 4) depositi di conoide sottomarina.
La velocità di colmamento di una fossa risulta essere funzione dell’apporto dei
sedimenti e della velocità di convergenza delle zolle. Un ridotto apporto di
sedimenti (spesso determinato dal clima) e valori di velocità di convergenza
delle zolle, da alta a moderata, possono portare al seppellimento della fossa
oceanica sotto gigantesche conoidi sottomanne (ad es. la conoide dell’Astoria
della Costa Occidentale degli Stati Uniti e la conoide del Bengala che ricopre
la Fossa Indo-Burma-Andamane). Un moderato apporto di sedimenti e valori di
velocità di convergenza delle zolle piuttosto ridotti portano alla formazione
dei classici prismi sedimentari di fossa caratterizzati da torbide trasportate
lungo canali assiali. Belle illustrazioni di profili di fosse oceaniche si
trovano nel volume curato da Talwani e Pitman (1974).
La Fossa di Timor, una fra le fosse più studiate e note nella
letteratura, mostra, a differenza dalla più occidentale Fossa di Giava
(caratterizzata da un evidente piano di subduzione B), testimonianze di un
incipiente subduzione di tipo A. Le fosse oceaniche per la loro notevole
profondità non possono essere considerate aree economicamente utili per le
ricerche petrolifere. 1.a conoscenza dell’evoluzione sedimentaria comunque di
una certa importanza dato che le parti più elevate dei sedimenti di fossa
possono essere coinvolte nei complessi di accrezione tipici di margini di
subduzione B. Così, nel caso che i sedimenti coinvolti appartengano a conoidi
sottomarine esiste la possibilità che si formino potenziali serbatoi nelle
rocce clastiche delle scaglie embricate del complesso di accrezione.