I bacini sedimentari sono qui definiti come aree
subsidenti, con spessori di sedimenti che superino comunemente il km, e che
siano ancora oggi conservati in maniera più o meno integra (Bally e Snelson,
1980). Le piane abissali degli oceani e alcuni mari marginali circum -Pacifici
i cui sedimenti hanno a volte spessori normalmente inferiori a 1 km, non
vengono qui trattati.
La nostra definizione di bacino esclude nel modo più esplicito le zone piegate
che coinvolgono successioni sedimentarie potenti e deformate in modo complesso
e che talvolta contengono notevoli volumi di idrocarburi. La definizione di
bacino esclude anche altre strutture (a volte positive per un’indagine petrolifera)
come gli alti intracratonici caratterizzati da sottili coperture sedimentarie.
Questo schema differisce da classificazioni precedenti (K1me, 1975, 1977;
Perrodon, 1971, 1977; North, 1971; Mc Crossan e Porter, 1973), poiché si basa
interamente sui concetti della tettonica a zolle. Pone infatti in maggior rilievo
la localizzazione dei bacini rispetto alle mùteaiidisuboAeB.
Pur seguendo per molti versi gli schemi di Dickinson (1976) che ha classificato
i bacini tenendo presente la tettonica a zolle, la nostra classificazione se ne
differenzia per molti aspetti tra cui la tendenza alla gerarchizzazione dei
diversi tipi di bacino.