Il processoiniziale che porta alla lacerazione
dell’originaria massa continentale è poco conosciuto. Sono ben documentate le
manifestazioni fisiche del processo ma non sono chiari i meccanismi del
sottostante “motore”.
Alcuni
ricercatori pensano che la formazione di un rift sia da collegare con
l’esistenza di punti caldiprofondi
nel mantello che produrrebbero larghi inarcamenti di origine termica della
crosta. La crosta di queste zone inarcate viene ridotta in sistemi trilaterali
di graben che più tardi diventeranno giunzioni triple tra le zolle
litosferiche. Cloos (1939) anticipò questo concetto che negli anni recenti è
stato poi sviluppato in maniera dettagliata da Burke e Dewey (1973), Hoffman et
al., (1974) e Burke (1977).
D’altro canto
sono pure noti i processi di separazione che si sviluppano senza sostanziale
inarcamento; ma in entrambi i casi, nella fase più avanzata il rifting può
spesso abortire, instaurandosi così una subsidenza regionale quando il sistema
comincerà a raffreddarsi (vedi il caso del Mare del Nord).
Se il processo
di separazione continua si può giungere alla formazione di un proto-oceanonel suo stadio giovanile (tipo Mar Rosso)
che a sua volta può diventare proseguendo l’espansione, un oceano completo.
Esiste una vasta
letteratura sui processi di separazione e relativa distensione della litosfera
continentale che in superficie appare collegata alla presenza di valori molto
alti del flusso di calore. La semplice constatazione che gli stessi rift
formatisi su crosta oceanica tagliano anche la litosfera continentale, come ad
esempio in Africa orientale, suggerisce che l’astenosfera sottostante
continenti ed oceani deve giocare un ruolo importante nel rendere possibile
l’assottigliamento della litosfera.