In
una fase continua di distensione la crosta continentale sottostante il bacino
di retroarco può aprirsi per formare segmenti oceanici; sarebbe il caso del
Mare Egeo dove affiorano blocchi continentali di età pre-neogenica collocati su
di una crosta oceanica. McKenzie (l978a) postula che la crosta continentale, che
originariamente costituiva l’Egeo, fu fortemente assottigliata offrendo così
una spiegazione dell’alto flusso di calore nell’area e delle basse velocità del
mantello superiore. Una origine simile è stata indicata per il Mare Tirreno
(Ogniben et al., 1975). I bacini della Cina Orientale coi loro sub-bacini
Sungliao, Bohai, Nan -Tsia e Jingghan presentano tutte le caratteristiche dei
bacini di retroarco, sono associati a sistemi di megafaglie (Mali et al., 1982
e Guanaming et al., 1982), giacciono su crosta assottigliata, sono limitati da
due grandiosi sistemi di taglio e sono riempiti da depositi vulcanici e
fluviali. Alcuni bacini di retro- arco sono interessati da intensi processi
orogenetici sul loro lato interno. Le strutture a pieghe e falde sono spesso
associate a faglie trascorrenti di importanza regionale che si svilupparono
contemporaneamente al (o seguirono il) piegamento (ad es. nell’area di Sumatra,
Posaveck et al., 1973, figg. 140, 141). La vergenza delle pieghe verso il
bacino marginale potrebbe corrispondere ad una chiusura (avvenuta
successivamente) dovuta a subduzione del bacino marginale stesso. Questa
tardiva subduzione dei mari marginali e le relative deformazioni dei sedimenti
possono essere interrotte per alcuni periodi durante i quali il processo di
subduzione cesserebbe del tutto. Durante questa fase si può avere un
sollevamento della zona piegata ed il seppellimento delle porzioni frontali
sotto spessi cunei di sedimenti clastici deltizi. Sappiamo molto poco sulla
dinamica dei processi che producono la scomparsa dei bacini marginali. La
conoscenza di questi fenomeni diventa però determinante per la comprensione dei
processi di formazione delle catene. Dati geologici utili a spiegare la
chiusura dei bacini marginali sono stati presentati recentemente da Churckin
(1974) e Churckin e Eberlein (1977) per la Cordigliera Occidentale, da
Scheibner (1976) per le Tasmanidi paleozoiche dell’Australia e da Biq (1976)
per le catene di Taiwan.